Il Sardinia Radio Telescope (SRT), situato a San Basilio, nella provincia del Sud Sardegna, è un’infrastruttura di ricerca dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), un radiotelescopio di 64 metri di diametro, uno dei più innovativi e performanti d’Europa, nato per studiare le onde radio provenienti dal cosmo, una delle infrastrutture più importanti della Sardegna, abbiamo dedicato anche uno speciale approfondimento qualche anno fa qua su Sardegna Digital:
Come abbiamo evidenziato anche nel nostro approfondimento il Radiotelescopio di San Basilio oltre ad essere uno degli strumenti ideali per le applicazioni astronomiche come “antenna singola” può osservare anche in modalità interferometrica a lunghissima base, la cosiddetta tecnica Vlbi, cioè in rete con le altre antenne europee e le altre antenne italiane dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) situate a Medicina, in provincia di Bologna, e a Noto, in provincia di Siracusa.
L’SRT dal 25 Giugno del 2019 al 25 Giugno 2023 ha fatto parte di un Programma Operativo Nazionale cd. “PON” dedicato alla nostra antenna astronomica che ha per oggetto proprio il “Potenziamento del Sardinia Radio Telescope per lo studio dell’universo alle alte frequenze radio”, potenziamento che ha avuto un finanziamento totale di ben 18,7 Milioni di euro (Pon Ricerca e Innovazione 2014-2020).
L’Istituto Nazionale di Astrofisica grazie a questi fondi PON ha completato con successo l’acquisizione di tutta la strumentazione di avanguardia prevista nel progetto, si apre ora una fase di verifica della nuova dotazione strumentale che porterà il radiotelescopio nella condizione di piena attività e produttività scientifica. La comunità astronomica internazionale potrà affrontare nuovi ambiti di ricerca, prima non esplorabili, grazie alla possibilità di osservare fino a 100 GHz di frequenza radio.
Il Radiotelescopio, svela l’INAF, non era stato progettato per osservazioni fino a una frequenza nominale di 100 GHz, ma nella sua configurazione iniziale lo strumento era stato equipaggiato con ricevitori che hanno una copertura di frequenza da 0,3 a 26 GHz.
Le nuove strumentazioni e le nuove frequenze di ricerca fino a 100 Ghz permetteranno agli astronomi di osservare l’universo per studiare fenomeni celesti prima non esplorabili.
Per migliorare le capacità di puntamento e la sensibilità del radiotelescopio l’SRT è stato dotato anche di un nuovo sistema metrologico, inoltre è stato acquisito un avanzato sistema di backend e di computer per il trattamento dei dati, sono state potenziate le interfacce meccaniche ed elettroniche dell’infrastruttura che permetteranno al sistema un migliore funzionamento nel suo complesso.
Infine, il potenziamento dei laboratori nella sede di Selargius della sede Inaf di Cagliari, permetterà di mantenere allo stato dell’arte tutta questa nuova strumentazione capitalizzando il potenziamento per i prossimi 10 anni, almeno.
Il progetto è strutturato in nove obiettivi realizzativi, ognuno con un responsabile, e le varie attività sono state seguite da un team di circa 60 unità di personale dell’Inaf composto da tecnologi, tecnici, amministrativi e ricercatori distribuiti nelle sedi di Cagliari, Bologna, Firenze e Catania.
Il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Marco Tavani, interviene parlando del Sardinia Radio Telescope all’evento del 13 Luglio intitolato: “Dall’Università all’impresa: la ricerca è innovazione” organizzato dal Ministero dell’università e della ricerca al Teatro Doglio di Cagliari, l’evento ha visto la partecipazione di ricercatori di Sapienza Università di Roma, del Cnr-Eiit, dello Uk Research and Innovation (Ukri) nel Regno Unito, dell’Università di Manchester sempre nel Regno Unito e del Korea Astronomy and Space Science Institute (Kasi) in Corea del Sud.
«Con la strumentazione d’avanguardia e gli aggiornamenti infrastrutturali che vanta ora il Sardinia Radio Telescope, potremo davvero spingerci molto più avanti nello studio dell’universo nelle onde radio. Sono davvero orgoglioso di veder completato tutto questo complesso e articolato lavoro nel perfetto rispetto delle tempistiche e dei finanziamenti forniti dal Ministero dell’università e della ricerca, anche considerando i gravi problemi legati alla passata pandemia da Covid-19. Un lavoro corale che ha visto tutte le “anime” dell’Inaf – scientifiche, tecnico-ingegneristiche e amministrative – collaborare al meglio per raggiungere questo importante traguardo».
Federica Govoni, ricercatrice Inaf a Cagliari e responsabile del progetto Pon Srt:
«Questo risultato non si sarebbe potuto raggiungere senza la costante presenza del responsabile amministrativo del progetto Maria Renata Schirru, del direttore dell’Inaf di Cagliari Emilio Molinari, del responsabile unico dei procedimenti delle gare d’appalto Ignazio Porceddu, del project office composto da Davide Fierro, Letizia Caito e Andrea Orlati, del personale che ha curato la rendicontazione e l’archiviazione della documentazione tecnica, ovvero Adina Mascia e Teresa Pulvirenti e dell’intero team del progetto. Tutti hanno partecipato al raggiungimento degli obiettivi con grande spirito di abnegazione».
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Fonte: INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica – Sardinia Radio Telescope
Foto Copertina – Crediti: Marta Burgay/Inaf