La pandemia ha fatto registrare purtroppo numeri negativi su tutti i fronti, anche in Sardegna come nel resto del mondo, sull’isola il mercato digitale e tecnologico ha avuto una brusca frenata a cavallo tra il 2020 e il 2021, ma già dallo scorso anno e continuando nel 2022 si nota chiaramente dai dati che la digitalizzazione e la tecnologia crescono nelle imprese sarde, e con loro anche i lavoratori digitali. Vediamo come!
SardegnaImpresa, portale ufficiale dell’Assessorato all’Industria della Regione Sardegna, ha pubblicato un report molto interessante che analizza i dati del mercato digitale sull’isola, specificatamente si analizza il comparto dell’ICT (Information and Communication Technology) attraverso lo studio di 3 temi fondamentali:
- Le imprese
- Gli indicatori digitali
- Interscambio commerciale dei prodotti legati all’innovazione
Andiamo ad analizzare nel dettaglio il report che è stato prodotto anche per favorire lo scambio di informazioni e monitoraggio del settore a livello europeo.
Il sistema delle imprese e del mercato digitale in Sardegna
Il settore ICT, quindi tecnologico, in Sardegna, pesa sul totale delle imprese registrate sull’isola, compresi i lavoratori digitali, per il 2,3%, numero che purtroppo se confrontato con la media nazionale è nettamente inferiore (rispettivamente 2,9 e 4,1%). La crescita comunque globalmente rispetto allo scorso anno è positiva, trainata dal fatto che le esigenze di consumatori e imprese cambiano, anche quelle che non si occupano di digitale infatti chiedono una maggiore digitalizzazione, per esempio nella richiesta della Banda Ultra Larga oppure sulle modalità di acquisto di beni e servizi online.
Il report va poi ad analizzare la situazione dal Giugno 2018 allo stesso mese di questo 2022, le imprese attive legate al settore ICT sono passate da 3.250 unità a 3.340, un aumento di 90 imprese.
Nonostante le incertezze legate alla pandemia con la perdita di oltre 200 occupati, quest’anno i numeri tornano sopra le 8.600 unità, nel Giugno 2019 erano state più di 8700, quasi in linea con la situazione pre-covid, il mondo delle imprese legato al mercato digitale quindi è risultato in costante crescita.
Nel settore ICT le imprese sarde che fanno da traino sono quelle legate ai servizi di consulenza professionale e di elaborazione dei dati, che rappresentano oltre la metà dell’intera filiera ICT e, dal 2019 a fine giugno 2022, crescono del 4%, anche questo se vogliamo viene letto come un aumento delle situazioni legate volente o nolente alla pandemia, che hanno “costretto” molti non nativi digitali ad utilizzare appunto servizi digitali, e-commerce e relativa gestione di una quantità di dati molto grande, oltre che fare affidamento sulla protezione degli stessi per quanto riguarda servizi di Privacy.
La mappa delle Imprese digitali
Un dato sicuramente molto interessante del report è la distribuzione geografica delle imprese all’interno della nostra isola, studiato appositamente dalle Camere di Commercio isolane come se il territorio fosse diviso ancora nelle 4 province storiche. Com’era prevedibile immaginarsi da chi conosce un pò il mercato digitale dell’isola come noi, ma se vogliamo questo riguarda altri innumerevoli settori, vista anche la distribuzione geografica della popolazione, le province di a Nord e Sud dell’isola con il capoluogo e la sua Città Metropolitana di Cagliari, e poi Sassari fanno da padrone per quanto riguarda il numero di imprese.
Osservando infatti la cartina notiamo subito che oltre la metà delle imprese legate all’ICT (54%) sono localizzate in quella che ora è Cagliari e la Provincia del Sud Sardegna, quota che sale al 60% se si analizzano i dati sugli occupati del comparto. Da giugno 2019 a fine giugno 2022 il numero delle imprese tecnologiche della zona cagliaritana è cresciuto del +2,6%.
A Sassari e sua provincia i numeri complessivi delle imprese sono nettamente inferiori (30%) ma c’è un dato molto interessante, a cavallo della pandemia la crescità è stata la maggiore dell’intera isola, con un +5,4%, complessivamente nel nord Sardegna il numero degli addetti del settore supera le 2 mila unità e cresce, rispetto ai dati del
2019, di ben 4 punti percentuali.
Il segno più sostenuto e i numeri complessivi di questi due territori a Nord e Sud dell’isola ai nostri occhi ci fanno fare delle considerazioni sul perchè di questa differenza, tralasciando il lato demografico, oggettivamente non trascurabile, ma altrettanto non trascurabile è la scelta degli imprenditori che evidentemente vogliono investire in quei territori. Senza dubbio la presenza delle due città maggiori della Sardegna è un gancio non indifferente, con tutto quello che ne consegue, specialmente per quanto riguarda le infrastrutture, digitali e non, come la disponibilità di connessioni al mercato digitale e di internet molto veloci rispetto alle zone più rurali, poi sicuramente i migliori trasporti, molti più edifici fruibili su cui installare la propria società, la vicinanza a tanti altri servizi e la maggiore disponibilità di lavoratori specializzati, che vivono e hanno studiato principalmente nelle due Università più importanti dell’isola, senza contare che i percorsi di studi universitari che riguardano il mondo dell’informatica, dell’ICT e in generale la tecnologia possono essere seguiti esclusivamente a Cagliari e Sassari.
A Nuoro e provincia siamo davanti sostanzialmente ad uno stallo, l’unico territorio in cui il numero delle imprese e degli addetti è rimasto pressochè invariato dalla situazione nel 2019 con una crescita ridottissima di appena un +0,3%, con il 10% complessivo sulle imprese tecnologiche sarde.
Un segno comunque positivo che ci deve far ricordare quanto sia importante che in un territorio come quello nuorese ci sia la presenza costante di imprese di questo tipo, in un territorio che ha sicuramente bisogno di maggiori attenzioni e di maggiore digitalizzazione, pur considerando che sono stati fatti sicuramente grossi passi in avanti.
A Oristano i numeri complessivi sono molto bassi, data anche la piccola provincia, ma nell’ultimo periodo è bello vedere che c’è stato un +3,7% di crescita, segno del fatto che anche se la base di partenza è piccola c’è uno spazio di crescita.
Per quanto riguarda il tipo di imprese digitali, le “società di capitale” sono passate dal 30 al 39% dele imprese totali, seguite dalle “ditte individuali”, un vero cambio di rotta se si considera che le imprese individuali nel 2015 la facevano da padrone e ora sono in diminuzione. Si registra anche una riduzione delle “società di persone”, struttura societaria che nel 2022
rappresenta il 12% delle imprese totali.
I dati più contrastanti con le medie nazionali ed europee sono concentrate sul fronte delle imprese che hanno come imprenditore una figura femminile, solo il 21,8% in Sardegna a favore del soggetto maschile, ancora più piccola la percentuale di giovani al comando di imprese ICT, solo il 6%, segno forse che ci dice quanto i laureandi e diplomati nel settore digitale preferiscono investire fuori dall’isola o lavorare alle dipedenze.
Innovazione digitale nella nostra isola
L’analisi del «Rapporto BES 2021» dell’Istat evidenzia per la Sardegna un gap molto notevole sui principali indicatori di “innovazione, ricerca e creatività”, come abbiamo visto più volte anche qua su Sardegna Digital purtroppo il digital divide, la poca alfabetizzazione informatica e digitale e le scarse competenze lavorative hanno creato un vuoto che è difficile da colmare e questo vi vede in maniera evidente rispetto alla media nazionale. Fortunatamente il quadro è bilanciato da altri dati che sono incoraggianti o quanto meno in linea con gli standard nazionali, come si può evincere dallo schema qui sotto riportato.
È interessante notare come la propensione alla ricerca sul settore digitale e tecnologico sia molto bassa, così anche la presenza di lavoratori altamente qualificati o laureati, anche se a nostro giudizio, questo dato può essere fuorviante dato che alcune delle menti più brillanti a livello internazionale nel settore tecnologico si è fermato praticamente solo al diploma, come non citare Bill Gates e Steve Jobs, ma non è questo il punto ora. Consideriamo poi che allo stesso tempo le famiglie con un computer e con una connessione ad internet, le vendite via web delle imprese (addirittura superiori alla media nazionale) e gli utenti regolari di internet sono in linea.
Questi dati si possono interpretare ai nostri occhi come una prova tangibile del fatto che in Sardegna, come abbiamo più volte detto la voglia di fare impresa digitale, la voglia di imparare e la voglia di digitalizzazione non mancano, ma la ricerca e i lavoratori con le loro competenze sono fondamentali,
L’ultimo dato disponibile sull’intensità della ricerca, ovvero la percentuale di spesa in ricerca e
sviluppo in rapporto al PIL, relativo al 2019, vede la Sardegna tra le regioni con il valore più basso.
Con una media nazionale del’1,46%, l’investimento in Sardegna è stato pari a 0,85%.
Interscambio commerciale nell’ICT, Import & Export
Un ultimo aspetto, ma non meno importante, che viene analizzato dal report di SardegnaImprese è dato dal commercio dei prodotti ICT e Tech. Come ci si potrebbe immaginare da una Regione come la Sardegna che è famosa per il turismo, per il suo cibo, per la sua natura contaminata o comunque dalla produzione di prodotti legati strettamente alla terra, il commercio del settore elettronico e tecnologico è una parte veramente minima ma fortunatamente anche questa in crescita.
Purtroppo dobbiamo dire chiaramente che non siamo come l’isola di Taiwan che produce tantissimo materiale tecnologico, sede di importanti industrie come quelle dei processori e dispositivi elettronici e quindi in Sardegna è l’importazione di prodotti tech a dominare la scena commerciale in questo settore.
ll valore dei prodotti ICT importati dalla Sardegna, nel corso del 2021, ammonta a 26,7 milioni di euro. Le importazioni recuperano quasi completamente il crollo di oltre 50 punti percentuali avvenuto nel primo anno del COVID. Oltre il 70% delle importazioni è rappresentato da «componenti elettronici», in forte crescita sia rispetto al 2020 che al 2019 (+11,4%). Perdono il 58% del loro valore gli acquisti all’estero di «apparecchiature per tele- comunicazioni», principalmente per il taglio netto di transazioni con la Cina (da 4,2 milioni di euro nel 2019 a soli 236 mila nel 2021).
Ma attenzione, come abbiamo accennato nel mercato digitale della Sardegna non si importa solo, c’è anche una fetta da considerare per quanto riguarda l’Export dei prodotti ICT, se è vero che ci sono imprese che lavorano nel mondo e nel mercato digitale, ci sono anche quelle che producono componentistica, materiali elettronici, dispositivi ma specialmente “Apparecchiature per Telecomunicazioni” e “Computer, periferiche e dispositivi”.
Il valore delle esportazioni regionali di prodotti ICT verso i mercati esteri ammonta, nel 2021, a circa 1,8 milioni di euro, in crescita del 39% rispetto al 2020 e del 11% se confrontato con quello registrato nel 2019. A esclusione dei «componenti elettronici», che perdono quasi l’80% del loro valore, tutti i principali prodotti ICT esportati segnano, nell’ultimo anno di analisi, un’espansione percentuale a 3 cifre. Un terzo delle vendite è rappresentato dalle «apparecchiature per telecomunicazioni», in crescita, grazie al fiorente interesse da parte del mercato inglese, di oltre 200 punti percentuali.
È chiaro che si tratta di una fetta minoritaria e che conta poco nel panorama nazionale ed internazionale, ma se pensiamo di nuovo a quanto la nostra Regione sia “presunta” più arretrata e rurale questo ci conforta e ci fa capire quanto il mercato digitale e il settore ICT siano molto complessi da analizzare e da comprendere, visto che coinvolgono tantissimi attori e tantissimi fattori.
Considerazioni Sardegna Digital
Quel che è certo, ed è quello che emerge anche da questo report è che con la sola forza delle imprese si riescono a raggiungere dei risultati tutto sommato non malvagi, se consideriamo poi soprattutto delle eccellenze presenti nella nostra isola, come per esempio il Centro di Ricerche CRS4 di Pula, all’avanguardia a livello internazione nel settore scientifico-tecnologico in informatico, pensiamo alle Telecomunicazioni con Tiscali o a traguardi simbolici come la nascità del primo quotidiano online, insomma le potenzialità ci sono, vanno sicuramente accompagnate da investimenti sia pubblici che privati per poter dare dei risultati ancora più soddisfacenti e abbattere una volta per tutte la convinzione che in Sardegna non si possa vivere di tecnologia!
Potete trovare il report completo in PDF sul sito ufficiale di SardegnaImpresa.
Fonte: SardegnaImpresa – InfoCamere