Se ricordate bene la scorsa settimana abbiamo annunciato sulla pagina Facebook il danneggiamento del 17 Agosto del cavo sottomarino che collega la Sardegna al resto del mondo, per quanto riguarda il mondo digitale e quello di internet. Nella giornata di ieri l’ennesimo incidente, e questa volta non si tratta dello stesso collegamento già danneggiato che da Civitavecchia va a Olbia (252.5 chilometri, fino a 1400 metri di profondità), ma per nostra sfortuna quello che da Mazzara del Vallo va a Cagliari (376.9 chilometri, che supera i 2000 metri di profondità, neanche a farlo apposta)
Questi collegamenti come già spiegato in un altro articolo lo scorso anno consentono alla Sardegna di connettersi letteralmente via cavo al resto dell’Italia e del mondo, per quanto riguarda la rete di internet e di telefonia e i relativi servizi ad esso connessi.
Ancora una volta una imbarcazione sembra abbia tranciato le coppie di 24 fibre ottiche internazionali di cui è composto il “cavo”, le cause di questi incidenti sarebbero dovuti ad attività di pesca e in misura minore ad attività di ancoraggio in aree vietate. Nonostante i cavi siano segnalati sulle mappe nautiche con il relativo divieto, nei loro pressi, sia di pesca che di ancoraggio i danneggiamenti ammontano con quello di oggi a ben 15 dal 2005.
I collegamenti sottomarini che collegano il continente alla nostra isola, sono composti da un fascio di cavi molto spessi in fibra ottica con relativa copertura e isolamento in acciaio e altri materiali, erroneamente infatti ci si
riferisce a quest’ultimo come se fosse un solo “cavo sottomarino” mentre in realtà ce ne sono tanti, fino a 24 coppie in fibra ottica per l’appunto, sulle dimensioni bisogna considerare che fornire la connettività ad una intera isola molto grande, con relative utenze che superano il milione tra cittadini privati, imprese ed enti pubblici, oltre che gli stessi operatori telefonici è molto oneroso in termini di portata, banda ma anche velocità.
Arrivare a rischiare di rimanere senza collegamento è molto difficile, ma quello di oggi è un caso davvero particolare, ed è il secondo in un solo mese, di fatti i due maggiori collegamenti di proprietà del Consorzio Regionale Janna (partecipato al 49% dalla Regione Sardegna), consentono di reindirizzare il traffico sull’uno o l’altro in caso di problemi, o necessità, questo comunque comporta ritardi, malfunzionamenti e lentezze sull’intera rete isolana, di fatti sono tantissime le segnalazioni di disservizi oggi, a partire anche dalla società che gestisce la manuntenzione sui collegamenti ottici, la STEL SRL.
Fortunatamente questa sera la situazione è rientrata alla normalità rapidamente, lo stesso Consorzio Janna ha comunicato il ripristino di entrambi i collegamenti in brevissimo tempo, la nave “Antonio Meucci” della Elettra TLC, una nave dedicata esclusivamente alla posa e manuntenzione dei cavi sottomarini, sta concludendo le operazioni di ripristino, il Consorzio comunque allo stesso tempo lancia un allarme:
I danneggiamenti comportano non soltanto complesse riparazioni in mare (in condizioni ottimali servono in media 2 settimane di lavoro con navi e personale specializzato), ma soprattutto costi che, dal 2005 al 2017 compreso, hanno superato i 2,5 milioni di euro. Consorzio Janna.
Nelle ore passate il collegamento telefonico/internet era stato garantito anche grazie alla Telecom Italia che ha un cavo aggiuntivo collegato al continente.
Difficilmente per questi “incidenti” si arriva ai responsabili, perchè non sempre le imbarcazioni sono segnalate adeguatamente, questo rende ancora più grave il fenomeno e il rischio che possa capitare nuovamente una situazione del genere. Oggi ci sono anche i collegamenti mobile e senza fili, anche attraverso continenti e anche via satellite, ma i cavi sottomarini sono una spina dorsale che attraversa e che connette tutto il mondo, senza la rete di internet non funzionerebbe.
Link Utili
Submarine Cable Map > In questo sito potete trovare tutti i collegamenti sottomarini del mondo, con tutte le informazioni relative alla tratta e agli operatori che li possiedono.
Fonti: Regione Sardegna – STEL SRL – Consorzio Janna