Qua su Sardegna Digital si parla spesso di Banda Ultra Larga, abbiamo persino una pagina dedicata e aggiornata con gli ultimi dati disponibili dalle autorità pubbliche e dagli operatori privati, un’aspetto che non abbiamo mai approfondito a fondo e che approfondiremo anche in versione “video”, oltre alla Banda Ultra Larga a 360° è sicuramente la fibra ottica con tecnologia FTTH che è al centro degli interventi del “vecchio” Terzo Bando Infratel e confluito ovviamente nella strategia Regionale (Fondi Rurali 2014-2020) e nazionale a fondi pubblici che si è aggiudicata la ormai nota società Open Fiber.
Un aspetto fondamentale della Banda Ultra Larga in Sardegna è questo: sull’isola la caccia alla fibra ottica e allo sviluppo della Banda Ultra Larga è partita in tempi molto differenti rispetto all’Italia, così come sono diverse anche le modalità con cui vengono sviluppate le nuove reti ad alta velocità per permettere ad imprese, cittadini, enti pubblicie e semplici utenti di connettersi alla rete di Internet con le tecnologie di nuova generazione.
La storia l’abbiamo raccontata molte volte qua su Sardegna Digital (qui trovate tutti gli articoli usciti fino ad oggi sulla Banda Ultra Larga), e quindi passiamo al dunque di questa discussione, i lavori che sono in corso per posare la fibra ottica del Bando pubblico di Infratel, aggiudicato tramite Bando di Gara negli scorsi anni da Open Fiber, società di telecomunicazioni Enel.
I lavori che questo Bando Infratel stanno portando avanti con fondi totalmente pubblici hanno un sapore diverso a differenza del continente in cui riguardano ampie porzioni di territorio, centri abitati, zone industriali, case sparse e altri, in Sardegna invece riguardano una percentuale indicativa del 98% solamente le Zone Industriali o quei pochi centri abitati che non sono stati interessati da nessun intervento fino ad oggi.
Molti si chiederanno il perchè di questa limitazione tutta “sarda”, è presto detto: quando la Regione Sardegna avviò il programma della Banda Ultra Larga per il passaggio dalle linee analogiche all’ADSL nei primi anni 2000 gli interventi più innovativi erano concentrati proprio le zone industriali con la posa della fibra ottica, nell’ottica di dare priorità alle imprese, allora la fibra ottica era veramente una innovazione, purtroppo però questi “annunci” furono validi solo per l’ADSL nei centri abitati e nelle altre aree, le Zone Industriali rimasero a secco fino ad oggi, anzi ci furono e ci sono tutt’oggi casi di Zone Industriali purtroppo tagliate fuori con ancora presenti le connessioni ISDN a 640 Kb/s, questo è il caso della Zona Industriale – Porto di Oristano / Santa Giusta, come è facile vedere dai dati che fornisce TIM.
Poi sempre la Regione Sardegna, dopo altanenanti vicende nel 2014 avviò in anticipo sull’Italia, che lo fece nel 2015, un progetto ambizioso e con propri fondi (Fondi Sviluppo Rurale 2014-2020) oltre che nazionali, quello di portare su tutta l’isola la Banda Ultra Larga e la fibra ottica, progetto che è tutt’ora in corso e confluito poi con Infratel e BUL Italia con il nome di “Intervento Diretto Infratel per le aree bianche“, quelle a fallimento di mercato per gli operatori di rete.
Questo progetto come saprete però riguardava principalmente e quasi esclusivamente i centri abitati, le periferie e in misura minore le case sparse, tagliando sostanzialmente fuori le aree più lontane dai centri popolati perchè la tecnologia usata dall’aggiudicataria TIM, la FTTC (Fiber to the Cabinet), non permetteva di arrivare ad una velocità di connessione adeguata per le utenze lontane chilometri dall’armadio ripartilinea più vicino, armadio dove arriva cioè la fibra ottica e poi tutto il resto rimaneva con il vetusto rame.
Nel 2018 invece Infratel Italia diede il via al “Terzo Bando Infratel” per ovviare al problema proprio delle aree rimaste scoperte sia dagli operatori di rete che non volevano investire in aree a fallimento di mercato, e sia dove i precedenti piani avevano “fallito”, portare la fibra ottica o con altre tecnologie e una Banda Ultra Larga degna del nome e poter coprire così quelle aree rimaste scoperte, questo Bando è tutt’ora in corso.
Si evince che allo stesso tempo però questo bando, confluito poi nella strategia più ampia della BUL nazionale, ha lasciato fuori proprio quelle aree abitate già coperte dalla FTTC (più lenta della FTTH) è che tecnicamente rispecchiano la tecnologia adatta alla Banda Ultra Larga, quindi sulla carta ok, ma poi si creano zone troppo lontane per poter essere servite.
E siamo arrivati ad oggi, se avete seguito gli ultimi aggiornamenti qui sul portale saprete che i due interventi sono appunto ancora in corso è purtroppo si devono registrare tanti rallentamenti e la tabella di marcia dell’aggiudicataria del bando, Open Fiber, non è andata come si sperava.
Ma non è questo il punto, il punto è spiegare chiaramente che in Sardegna la Banda Ultra Larga è sostanzialmente diversa dal resto del continente, nel senso che le stesse regole tecniche valgono in tutto l’Universo conosciuto, ma la sostanza è che sulla nostra isola le priorità sono diverse.
Quando vediamo dai bollettini Open Fiber, di Infratel o dagli aggiornamenti che pubblicano i meravigliosi ragazzi di Fibra Click (che ringraziamo per il loro lavoro certosino) che un comune è stato completato in Sardegna non dobbiamo farci ingannare, nella stragrande maggioranza dei casi si tratterà solo della copertura in fibra ottica “diretta” della Zona Industriale, così come documentato ampiamente da Sardegna Digital in presa diretta già dal 2020, primo anno del primo intervento di questo tipo e documentato anche dai dati pubblicati nella mappa interattiva sulla BUL Sardegna, che riprende i dati forniti da Open Fiber e da Infratel.
I centri abitati vengono anch’essi coperti dalla fibra ottica cosidetta “diretta”, ma si tratta di altri bandi e di altri progetti, specialmente con fondi privati e non solo pubblici come ben saprete se seguite la pagina di aggiornamento dedicata.
Basta infatti guardare accuratamente le UI, Unità Immobiliari interessate dagli interventi per ciascun comune, cioè letteralmente gli edifici da connettere alla rete a Banda Ultra Larga, si nota chiaramente una netta distinzione e una netta minoranza dei comuni con molte Unità Immobiliari, facendo un rapido esempio prendendo qualche comune a confronto.
Un caso più che singolare è quello di Ittireddu, in Provincia di Sassari, dove praticamente la totalità del piccolo paese è stata coperta e poi sarà attivata la fibra ottica praticamente per tutti gli edifici esistenti, come si può vedere dalla nostra mappa interattiva infatti sono previste 415 unità immobiliari connesse alla rete ultraveloce.
Per un paese di 500 abitanti ovviamente vuol dire la totalità di imprese, case ed edifici pubblici che Open Fiber coprirà.
Ma anche se andiamo a vedere per esempio un comune più grande come quello di Castelsardo con 2500 unità immobiliari da connettere o il Comune di Tortolì con 780 unità immobiliari, stiamo chiaramente guardando a tutto o quasi il paese e centro abitato, come si può vedere anche dai tracciati pubblicati su BUL Italia:
Mentre se parliamo di sole 189 unità immobiliari per il Comune di Santa Giusta stiamo chiaramente parlando solamente della Zona Industriale e di case sparse, di fatti come potete vedere dai tracciati in fibra ottica che è stata già posata in questo caso, le zone coperte (da attivare) sono la Zona Industriale con il porto a Ovest e la zona rurale o case sparse di Cirras a Sud.
Il quadro è chiaro, in Sardegna gli interventi facenti parte del piano con fondi pubblici e fibra ottica FTTH diretta come il caso di Tortolì (nel centro abitato) al momento si contano sulle dita di una mano, a differenza del resto dell’Italia in cui quando viene coperto un comune si tratta a parti inverse del centro abitato.
Piuttosto il problema è un altro, il fatto che per ora queste infrastrutture a parte quella nell’area industriale di Sestu non sia “rilegata” cioè non siano ancora connesse alla rete e quindi la stessa Open Fiber non può offrire ai suoi clienti (operatori telefonici) le linee in fibra, e quindi conseguentemente non possono essere attivate da noi utenti.
La Banda Ultra Larga nelle Zone Industriali dal punto di vista Tecnico
Tecnicamente gli interventi del Terzo Bando Infratel sono regolati secondo un preciso ordine e secondo un disciplinare messo a punto proprio durante la stesura del Bando di Gara vero e proprio che la società aggiudicatrice deve rispettare, ma sostanzialmente quello che ci interessa analizzare a noi è la sostanza, ci scuserete per termini un pò troppo tecnici ma per capire al meglio ci vuole!
Due sono le vie di intervento, una di rete fisica e diretta con cavo in fibra ottica, tecnologia FTTH (Fiber to the Home), e una di rete wireless, quindi tecnologia senza fili FWA (Fixed Wireless Access), questo per assicurare che la Banda Ultra Larga sia veramente rispettata, e cioè, una connessione superiore almeno ai 100 Mbit/s per i nuovi standard, prima erano 30 Mbit/s.
Come potete vedere da queste foto che abbiamo fatto nella Zona Industriale di Nuoro e in quella di Samugheo la società Open Fiber per erogare la connettività ai suoi operatori e a loro volta ai loro clienti installa degli apparati particolari che andiamo ad evidenziare, il cuore della copertura in Banda Ultra Larga della Zona Industriale è il PCN (Punto di Consegna Neutro).
Il PCN è una mini centrale di telecomunicazioni in cui arriva il cavo in fibra ottica che possiamo definire “primario” e a cui fanno capo le fibre ottiche che verranno poi smistate e collegate alla rete per una determinata zona, possono essere previsti anche moduli FWA (Fixed Wireless Access) per erogare connettività anche in modalità Wireless senza fili, in quel caso l’utenza si dovrà dotare di un antenna.
Un PCN spesso copre più comuni ma in Sardegna per ora nelle aree coperte dai lavori sono installati dei MINI PCN come vedete in foto, utilizzare infrastrutture grandi sarebbe dispendioso e non ci sarebbero i numeri necessari, discorso diverso è quando si vanno a coprire intere cittadine, ma non è questo il caso.
Internamente i mini PCN sono costituiti come un “rack”, c’è la parte elettrica, comprese batterie, la telegestione da parte di Open Fiber su rete LTE, un modulo FWA, apparati DWDM per la rete di trasporto, un mini OLT (Optical Line Terminal, terminale di linea ottica) da 16 porte (max 256 linee), poi ci sono i cosidetti “cassetti ottici” per collegare le fibre ottiche ai CNO (Centri Nodali Ottici).
I CNO o CRO (Cabinet Ripartilinea Ottico), l’equivalente totalmente in fibra del Cabinet tradizionale per la VDSL, rappresentano uno splitter della rete, parliamo rispettivamente di una capacità di 256 unità immobiliari o di oltre 300.
Questa centralina consente di avere un collegamento tra Open Fiber che fa arrivare la connettività e gli operatori che all’interno di questa centralina possono installare le proprie OLT (Terminazioni ottiche) a noleggio o di proprietà e da qui che poi partiranno le fibre ottiche dirette.
La fibra ottica poi posata in strada attraverso cavidotti in plastica (quelli che vedete in giro solitamente arancioni o blu) e poi attraverso questo pozzetto con la scritta “BUL Pubblica”, all’interno dei pozzetti è contenuto un ROE (Ripartitore ottico di edificio, come potete vedere qua sotto) l’ultimo passo per poter arrivare poi direttamente all’Unità Immobiliare.
Nelle zone ad alta densità di unità immobiliari i ROE (Ripartitori Ottici di Edificio) possono essere installati anche su pali o su pareti degli edifici.
E l’attivazione delle Reti?
Una volta che queste infrastrutture sono state installate e collaudate da Open Fiber andranno appunto rilegate con il “backhauling”, quindi connesse alla rete di Internet, come mostrato in questo video di Open Fiber, e offerte agli operatori di rete e telefonia, che poi offriranno ai propri clienti ed utenti, nel caso delle Zone Industriali alle imprese.
Tecnicamente le reti e le infrastrutture di cui abbiamo parlato possono essere in grado di connettere ad Internet gli utenti ad una velocità di 1, 2,5 o 10 Gbps, a seconda anche dell’offertà dell’operatore di telefonia.
Purtroppo qua c’è un tasto dolente, questa rilegatura non è immediata e come già detto le uniche infrastrutture per ora attive su questo bando in Sardegna sono nel Comune di Sestu (CA).
Questo è quanto sulla fibra ottica e sulla Banda Ultra Larga in sviluppo con fondi pubblici prevalentemente nelle Zone Industriali, spero di essere stato chiaro e sono a disposizione come sempre anche nei commenti per chiarimenti, errori, delucidazioni e altro.
Attualmente è in preparazione un video a 360° sulla Banda Ultra Larga in Sardegna, quindi StayTuned!
Tutti i dati riguardanti la Banda Ultra Larga, la copertura in fibra ottica e con le altre tecnologie le trovate sulla mappa interattiva di Sardegna Digital, così come nella pagina dedicata all’argomento sul sito!
Fonti: Open Fiber – BUL Italia – Infratel Italia
Grazie Fabio. Articolo molto interessante. Ho due domande da fare: in questi ritardi ci sono delle responsabilità e di chi? Se si, cosa si dovrebbe fare e chi dovrebbe farlo?
Ciao Giuseppe!
Mi scuso per il ritardo nella risposta ma ho perso la notifica del tuo messaggio…
Grazie mille, purtroppo il ritardo maggiore è dovuto alla burocrazia e ai lavori fisici delle ditte appaltatrici dei lavori, mancata coordinazione a livello amministrativo e sicuramente mancanza di collaborazione tra le aziende (TIM, Open Fiber ecc) che posano le reti in fibra ottica.
Inoltre se non bastasse ci sono pochi tecnici e pochi operai specializzati, la Sardegna soffre molto questo problema, così come confermatomi da vari operatori del settore.
Saluti e buona navigazione!
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