In Sardegna come in Italia la criminalità è sicuramente un problema minore rispetto a tanti altri temi che affligono la nostra isola. I reati di qualsiasi natura sono in calo rispetto agli anni passati, questo lo dicono i dati verificati e certi che arrivano dal Ministero dell’Interno e dalle forze dell’ordine. La percezione dei cittadini però è molto diversa e fa si che venga alimentata anche una paura ingiustificata.
Uno dei fenomeni che in Sardegna ultimamente preoccupano di più è quello relativo all’intimidazione e alle violenze ai danni degli amministratori locali, specialmente sindaci e funzionari pubblici. La Regione Sardegna per cercare di contrastare questo ed altri problemi di ordine pubblico e sicurezza ha avviato negli scorsi anni un piano per la copertura dell’isola, quindi praticamente la totalità dei comuni, con un servizio di videosorveglianza, e la relativa installazione di videocamere.
L’obbiettivo della Regione Sardegna comunque è chiaro, l’tilizzo dei Sistemi tecnologici di sorveglianza per
garantire condizioni ambientali di sicurezza e favorire la prevenzione e il contrasto del fenomeno degli atti
intimidatori ai danni degli amministratori locali.
“Realizzare reti per la videosorveglianza in tempi brevi in tutti i Comuni della Sardegna e portare la copertura della banda ultra-larga in tutte le zone rurali. Lo sviluppo delle zone interne è la nostra grande sfida e questi strumenti possono darci un aiuto concreto.“
Così esordiva la Regione e il Presidente Francesco Pigliaru nel 2016, sulla presentazione del progetto per la Banda Ultra Larga in Fibra Ottica e lo sviluppo delle reti di videosorveglianza. Due progetti che fino a 2 anni fa correvani in parallelo e che ora si sono separati per motivi ignoti, forse il coinvolgimento della società MISE Infratel sulla copertura in fibra ottica, ma non è certo, molto più probabili i tempi dei lavori.
A che punto siamo?
Quel che è certo è che tutti e due i progetti, che fanno entrambi parte dell’Agenda Digitale Italiana ed Europea sono partiti nei tempi previsti proprio 2 anni fa, e sono tutt’ora in fase di realizzazione o completati, seppur con tanti ritardi e modifiche di percorso.
Parliamo solamente del piano per la videosorveglianza e l’installazione di telecamere in tutta l’isola l’obbiettivo è ovviamente quello della legalità e della sicurezza nei comuni dell’isola, un impegno che era stato quantificato in 7 milioni e 150 mila euro, per dare vita a un articolato sistema di videosorveglianza, una rete di videocamere integrata interconnessa e attiva 24h su 24h, prevista per 315 comuni su 377 totali.
Con tutti i comuni coinvolti si sono studiati i tanti progetti messi in campo e sono state accolte molte domande, la Regione ha comunque voluto dare la priorità di intervento ai centri più piccoli, in via di spopolamento e quindi con carenza di servizi pubblici e di forze dell’ordine, per dare quindi una prima risposta.
Qua si possono trovare tutti i documenti e i vecchi elenchi dei comuni sul bando. 80 comuni e 6 aggregazioni di comuni iniziali di cui erano state accolte le domande e sono stati i beneficiari dei fondi regionali ed europei POR-FESR messi a disposizione per gli interventi che sono tutt’ora in fase di realizzazione.
L’ultimo aggiornamento e l’ultima novità risale all’inizio di questo mese, precisamente ad una conferenza stampa che si è tenuta il 6 Luglio 2018 con la presenza della Giunta Regionale, secondo la Regione i comuni sprovvisti di un impiano di videosorveglianza sono 267 su 377, ben 110 comuni che non si sono ancora dotati di questa misura per la sicurezza o la devono ancora attivare, perchè una parte di questi comuni ha comunque completato le opere che però necessitano di misure di attivazione tecniche, in completamento entro e non oltre il 2018.
Nella conferenza stampa, dove erano presenti tutti i massimi esponenti della Giunta e anche tutti i principali rappresentanti e sindaci dei capoluoghi della Sardegna, è stato presentato un nuovo bando che va a sostituirsi ad integrarsi al precedente per il completamento entro il Luglio del 2020, di tutte le opere e di tutte le misure necessarie per attivare le reti di videocamere nei comuni, o unioni e aggregazione, di fatto la Regione vuole favorire questa scelta da parte delle amministrazioni locali, quindi più forti in gruppo.
Questo bando è previsto a “sportello” a cui potranno partecipare tutti i Comuni, in forma associata o singola, che non sono stati finanziati nel precedente bando. Sarà attivato anche un punto di assistenza tecnica a disposizione dei comuni per tutte le procedure da seguire.
Come finanziamento questa volta sul piatto ci sono ben 20 Milioni di Euro, questo tra gli enti locali verra suddiviso tra un minimo di 35mila euro per i Comuni sino a 1.000 abitanti a un massimo di 200mila euro per quelli oltre i 20mila abitanti, questo risultato è frutto anche dei precedenti accordi tra il Ministero dell’Interno presieduto dall’allora Ministro Marco Minniti nel 2017.
In aggiunta nel bando è previsto anche il collegamento in fibra ottica alla Rete Telematica Regionale delle 109 sedi comunali in cui è già finanziato il sistema di videosorveglianza con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la funzionalità dell’intero sistema e creare un unico punto di controllo dell’intera rete di monitoraggio e consentire alle forze di polizia di accedere direttamente ai sistemi di videosorveglianza dei singoli Comuni.
L’aspetto tecnico sulla videosorveglianza
La scelta della Regione tempo fa di legare il Bando per la Banda Ultra Larga e la Videosorveglianza non è per niente casuale, perchè per una rete ed impianti di videocamere avere a disposizione una rete come quella in fibra ottica è molto importante e utile, il controllo, la gestione e la trasmissione dei dati visivi possono avvenire in tempi brevissimi e/o in tempo reale, in caso contrario si devono trovare diverse soluzioni, per grandi quantità di dati e di dimensioni notevoli la rete ADSL classica non basta.
Spulciando tra i vari piani dei comuni che possono essere consultati nei portali web ufficiali emergono dettagli su come è strutturata questa rete di videosorveglianza, inanzitutto come è ipotizzabile viene prevista una “Stazione di Controllo”, un hub o centro in cui vengono convogliati, controllati o monitorati tutti i dati e i video che arrivano dalle varie telecamere, telecamere che siano in grado di operare 24h su 24, sia di giorno che di notte e in condizioni atmosferiche avverse, quindi con specifiche particolari, dispositivi che vengono installati in strutture pre-esistenti pubbliche come lampioni o pali elettrici/telefonici.
Ma i dati come arrivano al centro di controllo? Qui torniamo all’importanza delle connessioni e delle reti in fibra ottica, molto probabilmente per i tempi dei lavori i due progetti (Videosorveglianza e BUL Sardegna) sono andati via via slegandosi, in teoria secondo quanto stabilito nel 2016 dovevano andare di pari passo o quasi. Ovviamente venendo a mancare questo importante requisito i Comuni sprovvisti delle reti di nuova generazione a banda ultra larga fissa hanno dovuto cercare nuove soluzioni, e si è ripiegato sulla tecnologia Wireless, quindi senza fili, una soluzione che per certi versi accellera i tempi di realizzazione delle opere, ma dall’altro lato aumenta i costi e i tempi di manuntenzione.
Per ora gli interventi per le reti di nuova generazione stanno preseguendo, ma si hanno pochi dettagli sui tempi e sulle modalità di attivazione di queste reti (realizzate da Infratel), è possibile che in futuro queste due reti entrino nuovamente in contatto ma per ora non ci sono dettagli su questo, se volete restare aggiornati sulla Banda Ultra Larga in Sardegna seguite questa pagina dedicata.
Qua potete trovare le slide della Conferenza del 6 Luglio.
Fonti: Regione Sardegna