In questi giorni si sta tanto parlando della nuova console videoludica Made in Japan targata Nintendo, la Switch, nuovissima piattaforma di gioco ideata dalla leggendaria casa nipponica, la nuova idea che la società ha portato avanti, quella di unire il gaming casalingo a quello portatile sembra avere un suo successo tra i videogiocatori di tutto il mondo, stando ai primi numeri.
La storia di Nintendo non inizia in questi anni ma alla fine del 1800, non sembra vero eh? Una azienda legata oggi esclusivamente al mondo della tecnologia, una multinazionale enorme, del calibro di Sony, Microsoft, che è riuscita a crescere, ad uscire dal paese dei Samurai e a farsi riconoscere con il suo stile inconfodibile anche nell’occidente, non vi tedierò con l’intera storia dell’azienda che potete trovare nella sua pagina di Wikipedia ma vi dirò il mio punto di vista sull’azienda e la sua console che per me è stata il mio primo punto di riferimento a soli 5 anni e che proprio in questo mese di marzo compie 20 anni dalla sua uscita!
Il Nintendo 64 è stata la mia prima console da gioco vera e propria, come avevo già accennato nella mia tech bio mi è stata regalata per il mio quinto compleanno ed è stato subito primo amore. Per quanto mi ricordo quel giorno ero entusiasta alla vista di quel grosso pacco con la carta da regalo nelle mani di mio cugino, quando venne il momento e lo scartai però non mi ero reso conto sin da subito delle potenzialità, bastò però collegarla alla vecchia TV a tubo catodico, inserire la cartuccia dell’incredibile Super Mario 64 (credo tutti lo conosciate) e iniziare a familiarizzare con il bizzarro pad per dare il via a tutto l’entusiasmo che avevo dentro di me.
Prima che arrivasse questa console ero abituato a giocare con cose materiali, costruzioni Lego, macchine radiocomandate, insomma i classici giochi per bambini…dopo avevo tra le mani qualcosa di materiale si ma potevo controllare qualcosa che andava al di la delle mie comprensioni di allora. Potevo scegliere il destino del personaggio, (di Mario) potevo fargli fare quello che volevo, seguivo la sua storia, mi divertivo e mi arrabbiavo allo stesso tempo quando perdevo una partita, ci passavo veramente tante ore e apprendevo, davvero tanto, può sembrare strano ma è così, stimolavano tanto la mia mente, mi facevano ragionare, e pensare, queste regole valgono ancora oggi!
Dopo i primi tempi ne volevo sempre di più, andavo dal mio negoziante di fiducia Nintendo e compravo tutte le cartucce che potevo, ringraziando i miei genitori che sborsavano 50 € per ognuna, e allora contavano! Arrivarono Banjo-Kazooie, altro videogame intramontabile che ha segnato veramente la mia infanzia, giochi di corse automobilistiche, d’azione tra cui Goldeneye 007 (mi piacevano tanto anche i film), Perfect Dark, Mario Kart 64, avventura e tanto altro…
Più andavo avanti e mi rendevo conto delle potenzialità che non avevo colto da subito, per l’epoca la console era veramente avveniristica ed innovativa, i programmatori avevano a disposizione uno strumento incredibile, infatti i mondi di gioco erano completamente in 3D (3 dimensioni), alcuni veramente grandi, enormi, belli da vedere, realistici e pieni di cose da fare, enigmi di ogni genere, puzzle da risolvere, specialmente nei due che ho citato. Non parliamo della grafica ma anche dell’audio, io avevo iniziato da quella ma per chi veniva dal passato e dai videogiochi in cui si contavano 2 pixel (letteralmente), i 64-Bit di potenza del processore si vedevano e si sentivano tutti (da qui anche il nome), canzoni e musiche come delle vere e proprie opere d’arte, c’è persino la possibilità di giocare in multiplayer fino a 3 amici con altri pad.
La console ebbe un successo effettivo, 30 milioni vendute dal 1996 (prima uscita in giappone) al 2002 (anno della dismissione), il gioco più diffuso ovviamente non poteva che essere Super Mario 64, 11,89 MLN di copie tra cui anche la mia. Questi erano buoni risultati ma non avevano scalfito minimanete il successo di Sony e della Playstation con 100 MLN vendute e con i nuovi dischi ottici, economici e soprattutto facili da copiare rispetto alle “vecchie” cartucce, Nintendo cercò di rimediare con una nuova periferica che consentiva di leggere CD, il Nintendo 64 DD, ma fu troppo tardi.
Tutti i titoli che ho giocato allora mi hanno accompagnato nell’infanzia, poi nell’adolescenza fino ad arrivare ad oggi. Mi chiedo spesso cosa avrei fatto o cosa sarei diventato se non avessi mai toccato con mano il Nintendo 64, se non avessi mai avuto la possibilità di giocare, di apprendere, di divertirmi. Avrei coltivato la passione per l’informatica e la tecnologia? Qualcosa che posso usare per pormi un obbiettivo nel mondo lavorativo? Molto probabilmente no, per me è tutto partito da li.
Oggi tra un impegno e l’altro cerco sempre di ritagliarmi un po di tempo da dedicare al gaming, ma non sempre ci riesco, anche per dare spazio alle altre mie passioni però sono sicuro che non lo abbandonerò, qualunque sia la piattaforma da gioco e qualunque sia il modo con cui lo faccio.
Come dico sempre ognuno ha i suoi gusti ma vi invito a diffidare da chi pensa che il videogioco sia inutile, una perdita di tempo o addirittura definito dannoso (ne riparlero a proposito), a parte rare eccezzioni di dubbia fattura c’è sempre qualcosa da imparare da questo mezzo di intrattenimento.
Tutto questo parlare di videogiochi e mi è tornata la voglia di riprendere in mano il pad…sarà ora di rispolverare la console?
Auguri Nintendo 64…e grazie!
Un commento su “Nintendo, operazione nostalgia!”